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Ernesto Treccani 
insignito dell'Oscar di Albisola nel 1999 su iniziativa di Tullio Mazzotti

Ha frequentato la Manifattura Giuseppe Mazzotti dal 1986 sino agli ultimi sui lavori in ceramica nel 2007



Ernesto Treccani

Nato a Milano il 26 agosto 1920, figlio del senatore Giovanni Treccani degli Alfieri, fondatore dell'Istituto Treccani, iniziò in giovanissima età a far parte dei gruppi di avanguardia artistica e antifascista.[1]

Fondatore e direttore, a 18 anni, della rivista “Corrente”, soppressa nel giugno 1940 allo scoppio della guerra, ha esposto le sue prime opere alla Bottega di Corrente con gli amici Birolli, Guttuso, Migneco, Sassu e, successivamente, con Cassinari e Morlotti alla Galleria della Spiga e Corrente. La prima mostra personale, allestita alla galleria Il Milione di Milano, risale al 1949. Dopo la Resistenza, cui ha partecipato attivamente, è stato animatore del gruppo di “Pittura” e redattore delle riviste “il 45” e “Realismo”, diretta da Raffaele De Grada. Negli anni '50, oltre a esporre più volte alla Biennale di Venezia, ha partecipato alla mostra dei realisti alla Leicester Gallery di Londra ed esposto a New York con una personale alla Heller Gallery. In questo periodo i temi della sua pittura sono caratterizzati dall'incontro con la realtà contadina calabrese, conosciuta direttamente nei lunghi soggiorni a Melissa, iniziati all'epoca delle prime occupazioni delle terre nel Mezzogiorno, e dal paesaggio urbano industriale di Milano e Parigi, luoghi su cui ritornerà a più riprese nel corso degli anni.

Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane.[2]

Dagli anni '60 in poi il fiorire delle opere e la moltiplicazione delle iniziative testimoniano l'impegno ininterrotto, umano e artistico, di Treccani, caratterizzato da un'instancabile azione di diffusione della cultura e del dibattito artistico, da un'adesione concreta alle situazioni della vita e da un profondo amore per uomini e cose. Tra i lavori di questo periodo sono da ricordare le cinque grandi tele ispirate a "La luna e i falò" di Pavese (1962-63), il ciclo delle opere "Da Melissa a Valenza" (1964-65), la serie di acquarelli dedicata a un viaggio a Cuba compiuto nel 1965, la grande tela Popolo di volti (1969-75), iniziata il giorno dei funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana; più tardi, nel 1976, le grandi mostre di Volgograd, Mosca e San Pietroburgo. Da allora, Treccani ha sviluppato in molteplici forme le diverse stagioni della sua ricerca artistica, continuando a operare e a esporre in piccoli e grandi centri, in Italia e all'estero, e alternando questa attività “itinerante” con abituali soggiorni creativi a Macugnaga e a Forte dei Marmi, paesi a cui l'artista è stato fortemente legato nella vita e nella pittura.

Nel 1977 ha dipinto il drappellone del Palio di Siena del 16 agosto di quell'anno, vinto dalla Nobile Contrada dell'Oca ed attualmente esposto nella sede storico-museale di quest'ultima.[3]

Nel '78 ha dato vita alla Fondazione Corrente, centro di iniziative culturali, mostre, dibattiti nei diversi campi della cultura e dell'arte, oltre che centro di raccolta e studio dei documenti relativi al periodo compreso tra la nascita del movimento e gli anni del Realismo. È del 1982 una sua presenza monografica alla collettiva Maestri e Giovani al centro d'Arte Cultura e Costume a Milano, con Mauro Reggiani, Ottone Rosai, Galliano Mazzon,tra gli altri, e i giovani Nino Bonacina e Lino Riccardi. Nel 1989 il Comune di Milano ha dedicato all'artista un'ampia antologica a Palazzo Reale, mentre un'altra importante retrospettiva delle sue opere è stata ospitata alla Fondazione Bandera di Busto Arsizio nel 2003. Del 2004 è il ciclo delle grandi vetrate "Energia, luci e colori" esposte a Lugano, a Riga, a Budapest e Praga, mentre nel 2006 il Comune di Forte dei Marmi ha allestito al Fortino la mostra "Le mutazioni del realismo – Opere inedite 2003-06", frutto di una rinnovata ricerca di forme che ha il suo centro nel colore. Nel 2008, di nuovo a Palazzo Reale, Treccani ha partecipato alla mostra "Corrente, le parole della vita. Opere 1930-1945" con una sala dedicata ai suoi dipinti del periodo. Una grande mostra antologica, a cura di Giorgio Seveso, ha inaugurato le rinnovate sale di Palazzo Barberino a Montichiari (BS), paese natale del padre dell'artista, il senatore Giovanni Treccani degli Alfieri. Fra le mostre più recenti ricordiamo l'esposizione "Le parole e la pittura. Ernesto Treccani incontra la poesia, l'epica e il romanzo", presso la Pinacoteca Civica di Savona dal dicembre 2011 al marzo 2012, sempre a cura di Giorgio Seveso. È deceduto a Milano il 27 novembre 2009

Nelle fotografie :

in alto Ernesto Treccani nel 1986 mentre modella una piccola scultura in argilla
foto di gruppo con Torido Mazzotti, Tullio Mazzotti, Antonella Marotta e Roberto Fresia, 1986

in basso 3 ottobre 2007 Ernesto Treccani nell'ultima sua presenza in Albisola e due delle sue ultime ceramica 
Manifattura Giuseppe Mazzotti 1903

qua sotto con Giuseppe Bepi Mazzotti Milano 2007

 

 

 

 

 

Vi aspettiamo al nostro Atelier, per farvi immergere nella ceramica, nell'arte e nel futuro.

 

 

the pottery of Tullio Mazzotti
high craftsmanship for personalized works
collaboration with Designers and Artists
 

CERAMICHE GIUSEPPE MAZZOTTI 1903 di Tullio Mazzotti una storia straordinaria dal 1903

La Manifattura Ceramica GIUSEPPE MAZZOTTI è stata avviata nel 1903 da Giuseppe Bausin Mazzotti a cui sono succeduti i figli Torido, Tullio e Vittoria.

Nel 1959 i fratelli Mazzotti si dividono con la conseguenza che l’azienda paterna viene a cessare. Torido, primogenito del fondatore, avvia una nuova azienda mantenendo (come da accordi fra i fratelli) la titolarità del nome Giuseppe Mazzotti e l’uso industriale dei calchi e dei modelli della fabbrica fondata nel 1903 del padre Giuseppe Bausin Mazzotti. Alla fabbrica fanno capo la moglie Rosa e il figlio Giuseppe Bepi, che vi assume progressivamente il ruolo di direttore commerciale.

Nel 1983 Tullio Mazzotti figlio di Giuseppe Bepi, inizia la collaborazione nella manifattura Giuseppe Mazzotti. Nel 1988 Torido muore e l’anno successivo il figlio Giuseppe Bepi Mazzotti diventa unico titolare della Giuseppe Mazzotti 1903 continuando la produzione di Torido. Nel 2005 a sua volta lascia l’attività al figlio Tullio che continua l’opera ceramica delle gloriosa Giuseppe Mazzotti in Albisola.

Inizialmente l'azienda era ubicata nell'antico borgo albisolese di Pozzo Garitta, poi ha aperto una succursale ad Albisola Superiore e nel 1934 ha riunificato le sedi alla foce del Torrente Sansobbia in Albisola Mare, dove ancora oggi l'attuale Giuseppe Mazzotti mantiene la propria attività. Le manifatture Mazzotti hanno segnato l'arte ceramica del Novecento, sia con le proprie produzioni artigianale, oggi molto ricercate dal mercato dell'atiquariato, sia per i rapporti che hanno sviluppato con il mondo dell'arte. Negli Anni Trenta e successivamente negli Anni Cinquanta e, senza soluzione di continuità, ancora oggi accanto alla propria produzione negli stili tradizionali e di moderno design, sviluppa fecondi e importanti collaborazioni con artisti e design contemporanei.

Oggi la manifattura realizza ceramiche e maioliche artistiche negli stili della tradizione albisolese, in particolare il rinomato e conosciuto Bianco e Blu, o Antico Savona (stile costituito dalla rappresentazione pittorica di castelli, angeli o figure mitologiche contornate da alberi e “erbaggi”, con sullo sfondo montagne e colline) rappresenta la parte maggioritaria della produzione. Accanto alla produzione tradizionale la Mazzotti edita in numero limitato, da calchi o disegni originali di Tullio Mazzotti, le ceramiche Futuriste ispirate alla produzione decò e futurista, quando negli Anni Trenta Fillia, Munari, Gaudenzi, Bevilacqua frequentavano i laboratori e realizzavano quelle opere che oggi sono materia di ricerca per studiosi e collezionisti i quali ne apprezzano la valenza nel campo delle arti applicate. Inoltre valenti artisti e designer frequentano i laboratori e creano ceramiche di notevole pregio.

Dal 2002, su iniziativa di Giuseppe Bepi Mazzotti e del figlio Tullio, è stata costituita la Fondazione Giuseppe Mazzotti 1903, per onorare la memoria del fondatore della manifattura Giuseppe “Bausin” Mazzotti, della moglie Celestina Gerbino Promis, dei figli Torido, Tullio, Vittoria, di Rosa Bovio, moglie del primogenito e di tutti i ceramisti e gli artisti che dal 1903 ad oggi hanno lavorato nella fabbrica della famiglia Mazzotti viene costituita una fondazione con la denominazione: “GIUSEPPE MAZZOTTI 1903”. La fondazione sviluppa iniziative culturali attraverso mostre e pubblicazioni di libri, per la tutela e lo sviluppo della ceram,ica albisolese. E gestisce il Giardino Museo omonimo. Un Giardino che accoglie le opere di artisti contemporanei e che offre un'occasione agli amandi dell'arte ceramica di apprezzare le qualità e le potenzialità d'esoressione artistica di questa importante tradizione artigianale albisolese.

 

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